L’ultima grande follia XD

Beh, mi sono fatta tagliare i capelli dalla mia amica.

Nota bene: la mia amica non aveva mai tagliato i capelli in vita sua.

“Vuoi la trinciapolli?”

“No grazie, uso le forbici per la carta!”

In origine erano lunghi e pari, ora sono medi e scalati. Ma fescioooon! XD

“Ok, Clod, fatto! Dietro sono perfettamente pari! Anzi, abbiamo fatto un taglio a U… beh non proprio a U, diciamo a V… beh insomma, ora tirateli tutti avanti e vediamo l’effetto!”

“Ok… Come sto?”

Ora, mi è difficile descrivere le loro espressioni, ma sono passate da 😀 a D: … il loro sorriso si è trasformato in una smorfia di schifo, avevo i capelli a destra più lunghi di quattro cm rispetto ai capelli di sinistra aaaahahahah!!! Taglio asimmetrico, alta moda! EEEEHHHH!!! 😀

“Beh, tieniti sempre tutti i capelli dietro.. o al massimo fai la coda, così la scalatura sembra avere un senso e da dietro sembri normale.”

“Maaa… con “da dietro sembri normale” vuoi dire che da davanti sto da chiul?”

“Ehm… Nooooo!!!”

Ma sì, son capelli, prima o poi ricresceranno! XD

CaccolaBB

AAAAAAAAAAAAAACSIDEGNA LAPALISSILALA VEGNAMAIEEEE

Questo era per dire che oggi ho imparato a fare la lavatrice. OOOOOOOOU YEAH! XD

Grazie per il sostegno psicologico! XD

Ora mi posso concentrare di nuovo su quelle maledette zucchine 😛                                         (o sugli esami di dicembre, se capita.. XD)

CaccolaBonBon

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L’epopea della zucchina – storia felice

Okay, visto che ormai ci sto prendendo gusto, vi racconto anche l’epopea delle zucchine.

La passione per le zucchine risale all’anno scorso.

A Natale, i miei genitori, molto ottimisticamente, mi avevano regalato una griglia supersonica. “Devo provarla subito!” mi son detta.

La griglia, probabilmente, non era felice quanto me.

Beh insomma, io e Attebasile abbiamo tagliato male le zucchine perché non avevamo il coltello chef, e anziché fare delle fettine sottili sono venute fuori tre bistecche. E poi il dramma, fumo, lampi e tuoni, una fetta si è abbrustolita subito, le altre erano ancora crude, la griglia era sempre più onta, quella povera vittima sacrificale di una zucchina era ormai in fin di vita.. quando ci siamo decise a toglierla ormai era rimasto gran poco da mangiare.

E abbiamo lasciato perdere.

Ma quest’anno ormai sono lanciata verso l’indipendenza, e quindi mi sono detta “animo, non può averla vinta una zucchina”.

E questa sera, signore e signori, ce l’ho fatta. Non so ancora bene come sia riuscita nell’impresa, ma chissenefrega! sono riuscita a cucinarla e non l’ho bruciata! Ripeto, non l’ho bruciata.. era commestibile!! Un esperimento, e pure commestibile!!!

Sono scesa in cucina alle 19.30, sperando di non trovare troppa gente, troppi sguardi inquisitori, troppi sapienti pronti a dire: “Ma cos’è questa puzza di bruciato??”. Cristo, lo sai benissimo che c’è un unico fornello acceso, e su quel fornello c’è la mia cena che va a fuoco.

Ma torniamo al presente: ovviamente la cucina brulica di persone, ma io non demordo, vado nel fornello più distante, lontano da occhi indiscreti, e accendo il fuoco.

Nel frattempo taglio la zucchina, non più per lungo ma a “rondelle”, o come dico io, “tondini”. Li butto nella padella e niente, non succede niente, e la cosa un po’ mi allarma perchè pensavo che sarebbe successo di tutto, e invece non succede proprio niente di niente. Allora per movimentare un po’ la cosa aggiungo acqua, non so quanta, boh, q.b., ma in realtà non era necessaria tutta quell’acqua perchè la padella si stava ancora scaldando e quando l’ho versata ha iniziato a fare un casino assurdo, schizzava acqua dappertutto e allora ho abbassato al minimo e ho iniziato a muovere le zucchine dentro la poccia perchè sia mai che si attacchino anche queste.

“Non so cosa sto facendo, non so perchè lo sto facendo!”. Mayday mamma, aiuto XD

Non credo che versare acqua sopra le zucchine sia giusto, anche se credo di averlo visto in qualche programma di cucina. Basta, devo smettere di distrarmi quando guardo la TV. Rischio di combinare altri disastri.

Non so come, non so quando (dopo un bel po’), l’acqua è sparita, e le zucchine hanno iniziato a fare un bel rumorino, tipo cshhhhshshshsh e quando le schiacciavo contro la padella facevano SHHHHHHHHHHHHHHHHH molto più forte e io pensavo che sì, ce la stavo facendo!!

Hanno fatto quel piacevole rumorino per circa un quarto d’ora, porca miseria mi era venuta una fame assurda ma sembravano ancora mezze crude, e invece poi SBAM che delizia veramente buone buone, mollicce al punto giusto. Le volevo croccanti a dire la verità, ma le avevo fatte io e me le sono fatte piacere. Anche perchè ho il sospetto che per farle croccanti sia necessario il forno, ma io sono una studentessa “sfornata” e il forno non ce l’ho. Amen.

Quindi? Una storia a lieto fine, finalmente XD questo weekend dovrò fare la lavatrice, dovevo tirarmi un po’ su di morale 😀

E sì, dai, diciamolo ancora: hai solo messo su una padella di zucchine, non hai mica fatto una cena da otto portate. Lo so, ma da qualche parte bisogna pure cominciare! XD

Non credo di averlo mai detto, ma forse si era capito. Sono sopravvissuta al primo anno di università grazie alle scatolette, alle minestrine liofilizzate e alla pasta, ed è stato un grande balzo in avanti scoprire l’esistenza dei sacchetti di insalata già lavata e le buste monoporzione di tortellini. Molto graditi anche gli avanzi del pranzo della domenica.

E quindi eccomi qua, a diciannove anni (ancora per poco), alle prese con gli esperimenti in cucina.

Stay tuned!

CaccolaBonBon

AAA cercasi istruzioni

Lo sappiamo tutti: la mamma non sarà sempre al nostro fianco, pronta a lavarci i jeans, le magliette, i calzini e i canovacci.

Ebbene sì. Un giorno, un brutto giorno, ci sentiremo dire: “Bello davvero, vieni a casa solo per farti fare la lavatrice dalla mamma!! E che sia tutto pronto asciutto e stirato per domenica sera, naturalmente! Agli ordini signorina!!”

Io me le stiro le mie cose, ho solo problemi con le lavatrici. Ma a lei, di questo, non importa nulla. Il cordone ombelicale  è stato in questo modo brutalmente tranciato via, e pensateci, da un semplice: “Lavateli da sola”.

Certo, certo che me li laverò da sola, mamma adorata. Ho sempre apprezzato la tua maestria nel dividere la roba colorata dai bianchi, i maglioni di lana dai delicati (sì, la mia mamma adorata ogni tanto faceva anche questo, metteva i maglioni di lana assieme ai canovacci, e dopo la lavatrice andavano bene al gatto). Beh, posso farcela anche io.

Mi mancano solo le istruzioni.

Giovedì, giorno di mercato. Dribblo in mezzo alle bancarelle e alle signore in bicicletta per andare a lezione (non le signore in bicicletta, io dovevo andare a lezione), e mi viene una idea degna della mia mente: perché non comprare un bel pacco da 10 di mutande e calzini? Il problema sarebbe così risolto alla radice! Ma poi mi dico che no, forse non è la soluzione migliore: dovrei bruciare le prove del delitto, ossia la biancheria vecchia da lavare.

No, non questa volta. Magari la prossima.

Ma ecco che finalmente, dopo qualche giorno di tentennamenti, finalmente arriva un’altra soluzione altrettanto geniale.

Amica adorata: “Hai provato a vedere se su YouTube ci sono dei tutorial?”

..Ce ne sono, ho controllato. Alcuni sono davvero fatti bene!

Ma alla fine fine fine di tutto, ho concluso pensando che: “Beh, dai, ci sono troppe cose di troppi colori diversi. Laverò tutto a mano!”

Evitato casini con i colori, evitato restringimenti improvvisi… Si, è vero, ho perso un sacco di tempo, ho allagato mezzo bagno, ma è stato pur sempre un altro passo verso l’indipendenza!!

E sì, dai, lo so, sto rendendo epica una cosa così banale come lavarsi quattro paia di calzini e altrettante mutande. E allora? XD Dai anche la vostra prima lavatrice sarà stata una cosa epica!! Quando arriverò a tal punto da riuscire a fare una lavatrice senza effetti collaterali, ve lo scriverò.

Per fortuna questo weekend torno a casa 😛

Stay tuned!

CaccolaBonBon

Il budino – esperienze di vita vissuta

Inauguriamo con questo post una nuova rubrica, ossia quella delle “esperienze di vita vissuta”, che in gergo significa “cazzate memorabili”.

Metà gennaio 2012, nel pieno della sessione degli esami.

Un pomeriggio mi era venuta una voglia matta di budino al cioccolato, così sono andata al minimarket e ho comprato il Ciobar, così, senza neanche tanto pensarci. Sulla confezione c’era una bella tazzona di cioccolata… miaaaa!!!!! XD

Che polla.

Vado in cucina, “verso il composto” (spiegheremo passo passo tutti i passaggi in uno dei prossimi post, non disperate XD), aggiungo latte, e poi mescolo mescolo mescolo mescolo, ma rimane tutto molto liquido, non aveva per niente l’aspetto del budino che aveva fatto Attebasile la settimana prima..

Boh, forse si deve raffreddare, e magari così si rapprende un po’.. Allora li metto nei bicchierini di carta e li porto in camera, li lascio sul comodino. Dopo due ore erano ancora quella pappetta liquida, eccheccavolo sembrava ancora meno “budinoso” di prima! Allora li rimetto in frigo, poi chiamo la mia coinquilina:

“Che cavolo di budino, non so cosa ho sbagliato, era una ricetta elementare, ed è venuta fuori una porcata!!”

“Cosa hai usato?”

“Beh il Ciobar ovviamente!!”

“……. il Ciobar…… sai che è cioccolata calda, vero?”

Ou nou.

Per non buttare via tutto, la sera, mi è venuta la malsana idea di fare la banana split. Così ho sacrificato una povera banana ancora verde e l’ho affogata nella cioccolata (ovviamente ghiacciata, visto che era rimasta in frigo). Tutte le mie amiche mi passavano vicino e mi dicevano wow, che invidia, che cenetta da re, dev’essere deliziosa, mmm mi hai fatto venire una voglia assurda di cioccolata eccetera eccetera.

Non ho avuto il coraggio di dire che faceva altamente schifo, e che l’accoppiata banana non ancora matura + cioccolata ghiacciata, mangiata alle 20.30, non mi ha fatto chiudere occhio per tutta la notte.

Morale: leggete bene anche le parole che non sono scritte a caratteri cubitali, tipo “bevanda calda”.

CaccolaBonBon